La sostenibilità e dunque il bilancio di sostenibilità stanno divenendo sempre più temi di interesse comune, su cui informarsi e sui quali le aziende stanno cercando di acquisire sempre più informazioni possibili.

L’Agenda 2030 per lo Sviluppo Sostenibile è un programma d’azione per le persone, il pianeta e la prosperità sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’ONU. Essa ingloba 17 Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile – Sustainable Development Goals, SDGs – in un grande programma d’azione per un totale di 169 ‘target’ o sotto-obiettivi. L’avvio ufficiale degli Obiettivi per lo Sviluppo Sostenibile ha coinciso con l’inizio del 2016, guidando il mondo sulla strada da percorrere nell’arco dei prossimi 15 anni: i Paesi, infatti, si sono impegnati a raggiungerli entro il 2030.

Oggi proviamo a dare alcune linee guida per iniziare a fare chiarezza a livello normativo.

 


Cosa accade a livello normativo oggi?

La dichiarazione non finanziaria serve per rendicontare le informazioni di carattere non finanziario inerenti all’impatto sociale, ambientale ed economico, in modo da essere facilmente accessibili ad investitori e consumatori, garantendone una maggiore uniformità e favorendo la loro comparabilità a livello unionale. (Direttiva 2014/95/UE).

In Italia, in attuazione di tale Direttiva europea, il D.Lgs. n. 254 del 2016 ha espressamente previsto l’obbligo di redigere la Dichiarazione Non Finanziaria (DNF) per gli enti di interesse pubblico (come definiti dalla normativa, tra cui banche, assicurazioni e società i cui titoli sono negoziati in mercati regolamentati), che abbiano un numero di dipendenti superiore a 500 e, alla data di chiusura del bilancio, abbiano superato almeno uno dei due seguenti limiti dimensionali:

  1. avere uno stato patrimoniale superiore ai 20.000.000 di euro; oppure
  2. avere raggiunto un totale dei ricavi netti delle vendite e delle prestazioni superiore ai 40.000.000 di euro.

Caratteristica fondamentale della dichiarazione non finanziaria, che la assimila al bilancio di sostenibilità, è che nella relazione si debba fare esplicita menzione dello standard di rendicontazione adottato.

La normativa prevede altresì la disciplina di approvazione, di controllo e di pubblicazione della DNF, e chiarisce in modo esplicito (art. 3
d.lgs. 254/2016) che tale reporting ha lo scopo di favorire la comprensione dell’attività di impresa, del suo andamento, dei suoi risultati e
dell’impatto dalla stessa prodotta.

Si prevede entro fine 2023 un’implementazione della normativa vigente.

 


Cosa devono fare le aziende?

Le aziende devono:

  • dare conto dell’identità e del sistema di valori di riferimento assunti e della loro declinazione nelle scelte strategiche, nei comportamenti gestionali nonché nei loro risultati ed effetti;
  • fornire l’idea di bilanciamento tra le aspettative degli stakeholder indicando anche gli impegni assunti nei loro confronti dandogli un grado di adempimento;
  • esporre gli obiettivi di miglioramento che l’azienda si impegna a perseguire;
  • fornire indicazioni sulle interazioni fra l’azienda e il contesto nel quale essa opera;
  • rappresentare il Valore Aggiunto creato nell’esercizio e la sua ripartizione.

 


Cos’è il bilancio di sostenibilità?

Il Bilancio di Sostenibilità è un reporting di natura non finanziaria di carattere volontario che rende conto degli impatti generati rispetto alle TRE dimensioni:
Ambientale, Sociale ed Economica.

Ha come obiettivo informare gli stakeholder riguardo le performance dell’ Organizzazione sulle dimensioni E.S.G.

 


Fonti: