Nel mondo della finanza, spesso si pensa che gli investitori agiscano in modo razionale e informato quando prendono decisioni. Tuttavia, la realtà è molto più complessa. Gli aspetti psicologici ed emotivi influenzano le decisioni finanziarie degli individui, portandoli a tenere comportamenti irrazionali.

 


Cosa è la finanza comportamentale?

Le origini della finanza comportamentale risalgono agli anni ’70.

Fino ad allora i modelli tradizionali affermavano che i prezzi dei titoli riflettessero pienamente tutte le informazioni disponibili. Era ritenuto impossibile per gli investitori battere il mercato in modo consistente.

Tuttavia, alcuni economisti e studiosi cominciarono a mettere in discussione questa visione, osservando che i mercati spesso non si comportavano in modo razionale e prevedibile. Daniel Kahneman e Amos Tversky furono tra i primi a esplorare le anomalie cognitive nelle decisioni umane e come queste potessero influenzare il comportamento finanziario. Gli autori introdussero concetti fondamentali come l’avversione alla perdita e la valutazione soggettiva del rischio. Sottolineavano come gli individui spesso prendessero decisioni finanziarie in modi irrazionali.

Negli anni successivi, l’interesse per la finanza comportamentale è cresciuto. Sono emersi svariati studi che esploravano i fattori psicologici e comportamentali che influenzano le decisioni finanziarie. Questo campo ha integrato approcci provenienti dalla psicologia cognitiva, dalla neuroscienza e dalla teoria economica. L’obiettivo era comprendere meglio perché gli individui prendessero decisioni finanziarie che deviavano spesso dagli assunti dei modelli tradizionali.

Oltre a Kahneman e Tversky, altri economisti e studiosi hanno contribuito significativamente allo sviluppo della finanza comportamentale. Tra questi vi sono Vernon Smith (Nobel per l’Economia nel 2002) con il suo lavoro sulla teoria dei giochi sperimentali e l’analisi sperimentale dei mercati finanziari; Robert Shiller (Nobel per l’economia nel 2013) che ha studiato le dinamiche delle bolle speculative e le irrazionalità nei mercati finanziari; e Richard Thaler (Nobel per l’Economia nel 2017) noto per il concetto di nudging e per il suo lavoro pionieristico sull’economia comportamentale.

 


 I bias nella finanza comportamentale:

Grazie ai contributi fondamentali degli autori sopra citati, la finanza comportamentale ha segnato un percorso significativo nell’analisi delle decisioni finanziarie influenzate dalla psicologia.

Nel vasto mondo degli investimenti finanziari, infatti, gli investitori si trovano ad affrontare non solo le fluttuazioni dei mercati, ma anche le complessità della propria mente. Sono spesso vittime di errori sistematici di pensiero, i bias cognitivi, che possono influenzare in modo significativo le loro decisioni finanziarie e portare a risultati indesiderati.

Questi bias si basano su percezioni soggettive piuttosto che su fatti oggettivi, sono influenzati da reazioni emotive anziché da processi razionali, oppure si manifestano quando gli investitori sovrastimano le proprie capacità, il potenziale di rendimento di un investimento e ne sottovalutano i rischi associati.

È importante tenere presente che i bias non sono necessariamente causati da incompetenza o mancanza di conoscenza, ma spesso derivano da processi automatici e inconsci del nostro cervello.

Quali strategie possiamo adottare per mitigare l’effetto dei bias e prendere decisioni finanziarie più razionali?

 


Come evitare i bias e prendere decisioni razionali:

 

  1. Consapevolezza: riconoscere l’esistenza dei bias è il primo passo per evitarli. Gli investitori devono essere consapevoli delle proprie tendenze cognitive ed emotive e cercare di mitigarle durante il processo decisionale;
  2. Diversificazione: mantenere un portafoglio diversificato può aiutare a mitigare il rischio associato a decisioni basate su bias cognitivi ed emotivi. La diversificazione riduce l’impatto di eventuali perdite su un singolo investimento o settore;
  3. Pianificazione a Lungo Termine: adottare una prospettiva a lungo termine può aiutare gli investitori a resistere alla tentazione di prendere decisioni impulsivamente in risposta a eventi di breve termine o fluttuazioni di mercato;
  4. Ricerca e Analisi: basare le decisioni sugli investimenti su dati e analisi approfondite, anziché su intuizioni o sentimenti, può aiutare ad adottare un approccio più razionale e ponderato.

 


Conoscere i bias per pianificare in modo consapevole:

Comprendere questi bias è il primo passo per gestire correttamente le proprie finanze e ridurre il rischio di rimpianti. Gli investitori che adottano un approccio razionale, consapevole e ben ponderato hanno maggiori probabilità di navigare con successo nel complesso mondo degli investimenti e raggiungere i propri obiettivi finanziari a lungo termine.

 


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