Hai mai sentito parlare di Regime degli Impatriati?
L’argomento potrebbe interessarTi, se Ti trovi a vivere e lavorare all’estero, ma vuoi tornare in Italia.
Leggi questo articolo e Ti spiegheremo tutte le mosse che devi fare per ottenere le agevolazioni di cui potresti beneficiare.

 


Cosa è il regime dei lavoratori impatriati?

Per agevolare il rientro in Italia dei cosiddetti “cervelli” il Legislatore ha introdotto importanti sgravi fiscali che devi tenere in considerazione se stai pensando di ritornare in Italia.
Infatti, il beneficio comporta una fortissima detassazione (il 50% dei redditi prodotti), una volta che sei ritornato in Italia.

 


Condizioni per beneficiare di questa agevolazione:

Per  beneficiare di questa agevolazione, il lavoratore trasferito deve osservare le seguenti condizioni:

  1. impegno a risiedere in Italia per almeno 4 anni;
  2. periodo di permanenza all’estero per almeno 3 anni prima del rientro;
  3. svolgimento dell’attività lavorativa per la maggior parte dell’anno in Italia;
  4. possesso dei requisiti di elevata qualificazione, oppure, specializzazione.

Andiamo ora ad analizzare ogni singolo requisito.

 


Cosa si intende per residenza:

Questo è un tema delicatissimo che causa spesso “dolori” ai contribuenti a causa della mancanza di informazioni precise in merito.

Cosa si intende per residenza in Italia?
Sicuramente devi essere iscritto alla anagrafe del paese, città, comune nel quale pensi di ritornare. Oltre a questo la normativa per tale regime di favore si richiama alle definizioni di residenza, ovvero:

  • residenza intesa come luogo nel quale la persona ha la dimora abituale;
  • luogo nel quale si sviluppano in via principale le relazioni familiari e personali;
  • presenza nel territorio dello Stato.

Ma l’impegno alla permanenza per almeno 4 anni in cosa si concretizza di fatto?
I quattro anni devono essere calcolati non da calendario, ma in 4 periodi di imposta.

 


Residenza estera pregressa:

In generale, puoi verificare la permanenza all’estero controllando la data di iscrizione all’AIRE, ovvero, la data di cambio residenza nel paese estero ai sensi di una convenzione internazionale contro le doppie imposizioni.

Cosa è l’AIRE? Se ti sei perso il nostro approfondimento, nessun problema, leggi qui l’articolo che abbiamo pubblicato.

Pertanto, il requisito si raggiunge se, per almeno 3 anni, si è stati iscritti all’AIRE.

 


Attività lavorativa svolta in Italia:

Ma attenzione, non basta svolgere una semplice attività lavorativa che in qualche modo sia collegata all’Italia. Infatti, l’agevolazione richiede che l’attività lavorativa sia svolta e prestata, per la maggior parte del periodo di imposta, nel territorio dello Stato italiano.
Dunque, ci sono un requisito temporale e uno territoriale da tenere a mente.
Valutare l’effettività di tali presupposti è molto importante e, qualora si avessero dubbi, si suggerisce di richiedere maggiori informazioni ai professionisti di settore, come il nostro Studio, che comprende figure professionali diversificate e specializzate.

 


Qualificazione o specializzazione:

Ultimo step: è richiesto un ulteriore elemento fondante relativo alla “qualità” della propria abilità professionale.
Al fine di poter beneficiare della agevolazione serve una qualificazione.

Cosa si intende?

Per qualificazione, o specializzazione, si intende la sussistenza di un titolo che accerti un percorso formativo del lavoratore in esame. In particolare, il lavoratore deve dimostrare di essere in possesso, alternativamente, di:

  • una laurea almeno triennale;
  • un corso post diploma;
  • un diploma di scuola superiore spendibile, e altamente qualificato, per il mondo del lavoro.

 


Misura della agevolazione e redditi agevolati:

Ma adesso veniamo alla parte che certamente interessa di più, ovvero, la misura della agevolazione e, soprattutto, l’individuazione dei redditi di riferimento.

L’agevolazione ordinaria “impatriati” consiste in una detassazione del 50% del reddito prodotto in Italia a partire dal periodo di imposta nel quale è avvenuto il cambio di residenza e nei quattro periodi di imposta successivi.

Vi è poi una misura incrementata al 60% che si attiva a fronte di alcune condizioni come il trasferimento in Italia con un figlio minore, oppure, la nascita di un figlio o l’adozione (in tali ultimi due casi, la misura si attiva dal periodo di imposta nel quale sono avvenute la nascita o l’adozione).

Rientrano in questa agevolazione i redditi da lavoro dipendente, assimilati e di lavoro autonomo, derivanti dall’esercizio di arti o professioni, e non rientrano, pertanto, i redditi che derivano da partecipazioni in società di persone, oppure, di capitali.

 


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