Da sempre le ASD (Associazioni Sportive Dilettentistiche) svolgono attività di natura commerciale senza curarsi che l’attività prevalente sia quella istituzionale e non quella commerciale.

A ben vedere, chi avrebbe potuto dar loro torto?

Una norma di legge (L’articolo 149 comma 4 del TUIR) stabilisce infatti che l’obbligo di avere una attività istituzionale prevalente rispetto a quella commerciale NON si applica alle ASD ed agli Enti Ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche.

Più di una volta noi stessi ci siamo trovati ad affermare che solo le SSDRL (Società Sportive Dilettantistiche a Responsabilità Limitata) dovevano aver cura che l’attività commerciale non superasse l’attività istituzionale: pena la perdita della qualifica di ente non commerciale e la riqualificazione di tutte le entrate quali facenti capo alla sfera commerciale con una conseguente tassazione dei redditi percepiti.

Siamo subito chiari ed incisivi: la corte di Cassazione (sentenza 526/2021 e sentenza 17026/2021 del 16.06.2021) ultimamente ha ritenuto che non sia così.

Per la Corte, l’ASD e l’Ente Religioso con personalità giuridica che svolgano per più di un esercizio consecutivo attività commerciale in misura prevalente rispetto all’attività istituzionale non sono da considerare decommercializzati ma devono soggiacere alle regole fiscali di una qualsiasi impresa (Dovendo dichiarare e versare dunque le imposte dirette quale l’IRES e le imposte indirette quale l’IRAP).

 


Cosa succede se la Tua ASD ha più entrate commerciali che istituzionali?

Da oggi Ti consigliamo di prestare particolare attenzione in una situazione come questa.

Non volendo, pur operando in assoluta buona fede, potresti trovarTi in una situazione scomoda e davvero difficile da gestire!

Questo proprio perché la Corte di Cassazione ha statuito che se si manifesta una situazione in cui l’attività commerciale sia prevalente rispetto a quella istituzionale, debba essere applicato l’art. 149 TUIR nel combinato disposto con l’art. 81 TUIR, i quali stabiliscono il principio per cui tutti i redditi percepiti dagli enti commerciali residenti si considerano redditi di impresa e quindi ogni provento conseguito dall’ASD deve essere assoggettato ad imposizione (IRES ed IVA) essendo la ASD equiparata in tutto e per tutto ad un Ente Commerciale.

Tuttavia, non basta che i ricavi commerciali superino i non commerciali per un solo esercizio: perché la ASD perda il requisito di Ente non Commerciale con quanto ne deriva e consegue è necessario che il superamento dei ricavi commerciali rispetto a quelli istituzionali si protragga per più di un esercizio.

Purtroppo, in un mondo (quello sportivo) che basa spesso la gran parte delle sue entrate sulle sponsorizzazioni è facile se non facilissimo che la componente commerciale superi quella istituzionale.

 


Quali sono le entrate commerciali che devi tenere sotto controllo?

Parlando di entrate commerciali ci riferiamo a tutti gli incassi che non sono legati all’oggetto della ASD e, a titolo esemplificativo ma non esaustivo, potremmo citare:

  • le sponsorizzazioni
  • le vendite di beni a soggetti non associati
  • le prestazioni di servizi a soggetti non associati
  • le somministrazioni di alimenti e bevande
  • le somministrazioni in occasioni di sagre e fiere
  • le remunerazioni richieste per il mantenimento dei cavalli di proprietà
  • ecc..

Di base stiamo parlando di tutte quelle forme di raccolta di danaro che prevedono (o prevederebbero!!) l’emissione di una fattura o di uno scontrino (con addebito di IVA) che le ASD utilizzano per finanziare la loro attività.

 


Quali sono le conseguenze in caso di verifica da parte dell’Agenzia delle Entrate?

L’orientamento della Corte di Cassazione apre le porte a verifiche più severe che porteranno (se confermato) ad accertamenti volti a disconoscere la non commercialità di ASD ed Enti Ecclesiastici riconosciuti come persone giuridiche  solo per il fatto che i ricavi di natura commerciale hanno superato i ricavi di natura istituzionale.

Di base le conseguenze sono le seguenti:

  • Disconoscimento della decommercializzazione di tutte le entrate della ASD
  • Assoggettamento ad IRES ed IRAP di tutti gli importi incassati
  • Assoggettamento ad IVA di tutte le prestazioni erogate (ed eventuale contestazione di omessa applicazione dell’IVA ed omessa dichiarazione IVA, se non presentata a suo tempo)
  • Obbligo di tenuta delle scritture contabili con aggravio di adempimenti e di costi

 


Cosa ci permettiamo di consigliarTi di fare?

In una situazione come questa non possiamo che permetterci di invitarTi a riconsiderare l’abitudine di “esagerare” con le entrate da sponsorizzazione.

Inoltre, Ti invitiamo a ripensare l’attività della Tua ASD in maniera importante. Ormai è troppo rischioso avere una ASD le cui entrate dipendano solo ed esclusivamente da prestazioni di natura commerciale: in una situazione come questa, per finanziare la attività di una ASD, è forse meglio ricorrere allo strumento della erogazione liberale.

Fonte:
– sentenza Cassazione 526/2021 e
– sentenza Cassazione 17026/2021 del 16.06.2021