L’AI non è il futuro: è il presente. E sta già cambiando le nostre imprese, il nostro lavoro, il nostro modo di decidere.
Dal convegno organizzato da Studio Piazza, uno spunto concreto per chi vuole restare protagonista nel mondo che cambia.
“365 giorni fa parlavamo di intelligenza artificiale come di una frontiera da esplorare. Oggi è realtà. E chi non la conosce rischia di restare indietro.” Con queste parole si è aperta la seconda edizione del convegno promosso da Studio Piazza, che ha riunito imprenditori, professionisti e studenti per discutere dell’impatto concreto dell’AI nel tessuto economico reale.
Ha aperto il convegno Sergio Ronconi, Wealth Advisor di Banca Mediolanum , che ha portato la riflessione su un piano più ampio. L’intelligenza artificiale non è solo uno strumento tecnologico, ma parte di un processo di trasformazione sistemica. “Non siamo solo davanti a un’innovazione. Siamo dentro una convergenza di forze: AI, energia, biotech, sostenibilità. Tutte si rafforzano a vicenda.” Ronconi ha ricordato come l’impatto dell’intelligenza artificiale sia paragonabile a quello dell’elettricità nel secolo scorso, ma con una velocità di adozione dieci volte superiore.
Filippo Rinaldi, di Vedrai Spa, ha portato casi pratici e concreti di implementazione dell’AI in contesti di piccola e media impresa. L’intelligenza artificiale oggi può sostenere la redazione di piani industriali dinamici, l’analisi automatizzata della concorrenza, la gestione predittiva delle decisioni. Non serve essere multinazionali: serve solo sapere dove si vuole andare.
Ma proprio Rinaldi ha sottolineato un punto di attenzione fondamentale: nessun algoritmo può sostituire il pensiero umano se manca il contesto. L’AI non è “neutrale”: va istruita, guidata, verificata. “Un errore nei dati iniziali può portare a decisioni catastrofiche. Ma un uso consapevole può moltiplicare il valore di ogni scelta.”
Giuseppe Marconi, docente dei corsi per imprenditori che si terranno proprio in tema di intelligenza artificiale presso Studio Piazza, ha offerto una panoramica chiara e pragmatica sull’evoluzione dell’intelligenza artificiale e sulla sua applicazione nei processi aziendali: non solo automazione, ma reale incremento di efficienza. I casi raccontati mostrano come l’AI possa semplificare processi complessi, aumentare la produttività e offrire risposte intelligenti a clienti e collaboratori.
Marconi ha insistito su un concetto chiave: l’intelligenza artificiale non sostituisce l’uomo, lo potenzia. Ma è l’intelligenza umana, la strategia e la visione, a fare davvero la differenza.
Il convegno si è chiuso con un invito deciso: guardare all’intelligenza artificiale non come a una minaccia, ma come a una compagna di viaggio da conoscere a fondo. La differenza la faranno la preparazione, la formazione, la curiosità e la capacità di adattarsi.
“La vita è come andare in bicicletta: per mantenere l’equilibrio, bisogna muoversi”
E allora, muoviamoci. Con prudenza, ma anche con coraggio. Perché il vero rischio non è l’intelligenza artificiale. Il vero rischio è restare fermi a guardare.